Maderna tra contemporaneità e forme sperimentali audiovisive

 
Ideazione e coordinazione scientifica:
Angela Ida De Benedictis (Fondazione Paul Sacher, Basilea)
Roberto Calabretto (Fondazione Ugo e Olga Levi, Venezia)
 
Componenti del gruppo di studio:
Barbara Babic, Diego Cavallotti, Alessandro Cecchi, Maurizio Corbella, Leo Izzo, Vincenzina C. Ottomano, Nicola Scaldaferri, Benedetta Zucconi
 
Altri partner istituzionali:
Archivio Storico Ricordi, Milano (Pierluigi Ledda)
NoMus, Milano (Maria Maddalena Novati)
 

 
 
Nell’ambito dei compositori del secondo Novecento che hanno lambito in maniera occasionale o contingente varie tipologie di sperimentazione audiovisiva, la figura di Bruno Maderna presenta i tratti di maggior interesse. Nel corso della sua carriera, egli ha avuto a più riprese modo di confrontarsi con realtà radiotelevisive, cinematografiche o teatrali di volta in volta vissute con ruoli differenti: compositore, interprete, collaboratore o anche solo promotore di nuove formule di spettacolo audiovisivo. Se diverse ricerche, ad oggi, si sono concentrate sulla sua produzione per il cinema – dove note sono le sue collaborazioni, tra le altre, alle musiche per film di Antonio Leonviola e Giulio Questi (Le due verità; Noi cannibali; La morte ha fatto l’uovo) –, o alle sue esperienze nel campo del teatro radiofonico, notevoli margini di approfondimento e di indagine presentano invece alcune esperienze condotte da Maderna nel campo televisivo e documentaristico (compreso il sub-genere del documentario industriale). Quasi del tutto taciute sono inoltre alcuni contatti con produzioni di teatro multimediale o sperimentale che lo videro coinvolto come compositore, interprete o implicito consigliere (si pensi, oltre alla più nota From A to Z, alle collaborazioni sviluppate sempre in ambiente olandese con Peter Schat per Labyrinth o con lo Studio Scarabee per Poppetgom).
 
Le modalità del tutto desuete delle incursioni di Maderna all’interno del sistema produttivo cinematografico degli anni Cinquanta-Sessanta – affidato solitamente ai compositori “di mestiere” e funzionali alle esigenze del sistema stesso – si riflettono nella singolarità di varie le altre esperienze legate al mondo dell’audiovideo che, a loro volta, hanno lasciato tracce implicite in (o, al contrario, sono state influenzate da) un’attività creativa o interpretativa condotta all’interno di un campo di diffusione mediatica “tradizionale”. È proprio all’interno di questa sfera di esperienze differenti e di influssi reciproci che intende muoversi il presente progetto di ricerca, sviluppato da un gruppo di studio stabile impegnato nell’analisi, nella rilettura e/o nell’approfondimento di varie esperienze condotte (nei modi più vari) da Maderna nei seguenti ambiti:
– cinema e documentario cinematografico;
– esperienze radiotelevisive;
– produzioni audiovisive e/o intermediali sperimentali;
– esperienze (autoriali o coautoriali) nei campi del teatro musicale e/o di parola, nel repertorio classico e contemporaneo.
 
Tali temi, suddivisi liberamente tra i componenti del gruppo di studio, sono discussi nel corso di incontri-workshop ristretti, di scadenza mensile, dedicati all’illustrazione e/o discussione di esempi scelti. Avviati nel gennaio del 2021, questi incontri sono da considerarsi propedeutici alla preparazione di un simposio, esteso anche a esperti del settore audiovisivo e delle avanguardie musicali del Novecento estranei al gruppo di studio, da organizzare presso la Fondazione Levi nella seconda metà del 2023, in occasione del cinquantenario della morte di Bruno Maderna.