Jewish Music Study Group

Gruppo di studio della musica ebraica

קבוצת לימודי מוזיקה יהודית

Coordinatore scientifico:
Piergabriele Mancuso

 

Ricercatori:
Edwin Seroussi (The Hebrew University, Jerusalem – IL)
Roberto Calabretto (Università degli studi di Udine; Fondazione Levi, Venice – IT)
Enrico Fubini (Professor Emeritus, Università di Torino – IT)
Giovanni De Zorzi (Università Ca’ Foscari, Venice – IT)
David Conway (University College London – UK)
Diana Matut (Martin Luther Universität, Halle-Wittenberg – DE)
Chani Smith (Leo Baeck College, London – UK)
Enrico Fink (Centro di Ricerca Leo Levi, Florence – IT)
Jonathan Glixon (University of Kentucky, Lexington – USA)
Stefano Patuzzi (Teatro San Cassiano, Venice – IT)
David Cassuto (Ariel University, Ariel – IL)
Massimo Acanfora Torrefranca (Collegio Rabbinico Italiano, Rome; Teatro “Claudio Abbado”, Ferrara – IT)
Jean Baumgarten (EHESS-CRH, Paris – FR)
Martina Massaro (Università degli studi di Padova, Padova – IT)
Yair Varon (Ariel University, Ariel – IL)
Suzanne Wijsman (Conservatorium of Music, University of Western Australia, Perth – AU)
Shaul Bassi (Università Ca’ Foscari, Venice – IT)
Cantor Matthew Austerklein (Beth El Congregation, Akron, Ohio – USA; Martin Luther Universität, Halle-Wittenberg – DE)
Judit Frigyesi (Bar-Ilan University – IL)
Donatella Calabi (former professor at IUAV, Venice – IT)
Alexander Knapp (SOAS, London – UK)
Marida Rizzuti (Università di Torino – IT)
Francesco Zimei (Istituto Abruzzese di Storia Musicale – IT)
Cantor Ramon Tasat (Shirat haNefesh Congregation – USA)
Rabbi Joseph Levi (Shemah-scuola di studi e cultura ebraica and Centro Bea, Gregorian University, Rome – IT)
David Meghnagi (Università di Rome Tre – IT)

 

Nel vasto panorama della musica ebraica l’Italia rappresenta un capitolo per molti aspetti complesso, tanto contraddittorio quanto affascinante: diversamente dalle principali aree della Diaspora ebraica in Europa, ciascuna delle quali si identifica con uno specifico rituale ebraico (es. sefardita, ashkenazita, yemenita, etc.), l’Italia ebraica è stata, ed è tutt’ora un complesso mosaico di diverse tradizioni rituali, un tessuto all’interno del quale è possibile identificare quasi tutte le diverse componenti del vasto patrimonio culturale, cultuale e nondimeno musicale ebraico diasporico. Nonostante ciò, le tradizioni musicali dell’ebraismo italiano sono state oggetto di indagini tutto sommato molto limitate in ambito musicologico, sia per quanto riguarda le tradizioni rituali sinagogali, sia per quanto concerne il repertorio rituale colto venuto a formarsi all’interno delle diverse comunità italiane a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, in concomitanza con l’avvio del processo di emancipazione e in alcuni casi assimilatorio. Lo scopo del gruppo, dunque, è duplice: favorire lo studio e la ricerca delle tradizioni rituali, ossia di tutto ciò che in ambito ebraico si definisce con il termine di minhag, che del repertorio colto, oggi in buona parte abbandonato ma di cui rimangono evidentissime e abbondanti tracce all’interno dei diversi archivi comunitari. L’ “anomalia” dell’ebraismo italiano – percepito da altre componenti diasporiche più uniformi e insulari come troppo disposto al “compromesso” con il tessuto maggioritario – sta proprio nella sua intrinseca diversità, nella sua capacità di inglobare, rielaborare e infine rendere propri elementi provenienti dall’esterno, sfuggendo, ne consegue, alle categorizzazioni più comuni. Un altro aspetto che sia la ricerca storiografica che quella musicologica in senso più specifico hanno affrontato in maniera molto marginale e saltuaria è quello della musica quale elemento di crescita sociale e al contempo quale una delle principali manifestazioni della vita ebraica all’esterno dell’ambito comunitaria a cavaliere tra Ottocento e Novecento. Da questo punto di vista quanto avviene all’interno della famiglia Levi può essere considerato un processo paradigmatico, sia a livello peninsulare che europeo, in base al quale si intende seguire specifici percorsi di ricerca: un gruppo familiare socialmente e culturalmente molto avanzato che (anche) per il tramite della musica – concepita sia come milieu artistico che disciplina personalmente coltivata – cerca di intrecciare con il tessuto maggioritario un rapporto di dialogo sempre più stretto, quasi simbiotico, senza che con ciò la musica diventi “materia giudaica” quanto spazio condiviso all’interno del quale sia possibile. Queste, in sintesi, le principali aree di ricerca del gruppo: -patrimonio tradizionale-rituale (minhag) dell’ebraismo italiano; -nascita e modi di sviluppo del repertorio colto (ca. metà XVI-metà XX secc.); -la musica “emancipata” degli ebrei italiani: salotti musicali e mecenatismo ebraico.

 

 

 

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Research presentation: Italy holds a special and controversial position in the history of Jewish music: unlike most of the different other areas of the European Jewish Diaspora, each one linked to a specific set of rituals, Italy has been – and still is – from a musical standpoint a colourful and heterogeneous mosaic, including several ritual and then music repertoires. Despite this unique position, the repertoires of the Jews of Italy have not investigated properly, or at least as much as other local Jewish traditions. A telling example is the birth of the Jewish ritual learned repertoire that started growing after the fall of the Ghettos and the socio-cultural and economic mancipation of Italian Jews. The aim of this study group is, at least, twofold: to foster and support the study of local ritual Jewish traditions (or minhag), and the study of archival-historical documents concerning the birth and development of the post-Ghetto learned repertoire. Another aspect that Jewish musicological (and nonetheless historical!) research has dealt with only marginally is the study of music as a socio-cultural tool of influential Jewish families, as it was the case of the Levi family where music – conceived, produced and “consumed” completely outside the sphere of Jewish culture, did indeed play a crucial role in the social upgrading of families and individuals previously living under the restrictions, socio-political interdictions, as well as limitations. These are, to sum up, the main areas of the research of our study group: -the ritual-traditional repertoire (minhag) of Italian Jews; -birth, growth, and main features of the Jewish learned repertoire in Italy (ca. half XVI-half XX centuries.); -the “Emancipated” music of Italian Jewry.